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Ue: taglio emissioni del 40% per l'edilizia e gli altri settori non coperti dal sistema EU ETS

Il Consiglio Ue e il Parlamento europeo hanno raggiunto l'8 novembre scorso un accordo politico provvisorio su obiettivi di riduzione delle emissioni più rigorosi per gli Stati membri nel quadro del cosiddetto regolamento sulla condivisione degli sforzi.

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Il Consiglio Ue e il Parlamento europeo hanno raggiunto l'8 novembre scorso un accordo politico provvisorio su obiettivi di riduzione delle emissioni più rigorosi per gli Stati membri nel quadro del cosiddetto regolamento sulla condivisione degli sforzi.

In attesa di un'adozione formale, l'accordo provvisorio approva un obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra a livello dell'UE del 40% rispetto ai livelli del 2005 per i settori non coperti dal sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (EU ETS), vale a dire il trasporto stradale e il trasporto marittimo interno, gli edifici, l'agricoltura, i rifiuti e le piccole industrie. L'accordo mantiene gli obiettivi nazionali più ambiziosi assegnati a ciascuno Stato membro come proposto dalla Commissione e adegua il modo in cui gli Stati membri possono utilizzare le flessibilità esistenti per conseguire i loro obiettivi.

“Questi settori, direttamente collegati alla nostra vita quotidiana, generano circa il 60% delle emissioni di gas serra. Sono lieto che siamo riusciti a raggiungere rapidamente un accordo su questa proposta appena in tempo per la COP 27. L'UE potrà così dimostrare al mondo che intende seriamente ridurre le emissioni, in linea con gli impegni assunti nel quadro dell'accordo di Parigi di mantenere il riscaldamento globale entro livelli sicuri. È nostra responsabilità preservare il nostro pianeta per tutte le generazioni future”, ha dichiarato Marian Jure?ka, ministro ceco dell'Ambiente.

Per tenere conto delle incertezze legate a eventi imprevisti che hanno un impatto sulle emissioni, il Consiglio e il Parlamento hanno concordato un aggiornamento nel 2025 della traiettoria lineare delle emissioni stabilita per ciascuno Stato membro, che potrebbe portare ad un adeguamento al rialzo o al ribasso delle assegnazioni annuali di emissioni per il periodo 2026-2030.

L'accordo provvisorio consente agli Stati membri di accantonare o prendere a prestito le assegnazioni di emissioni. Per quanto concerne l'anno 2021, se le loro emissioni sono inferiori alle loro assegnazioni annuali di emissioni, gli Stati membri possono accantonare fino al 75% della loro assegnazione annuale di emissioni relativa a quell'anno per gli anni successivi fino al 2030. Per quanto riguarda gli anni dal 2022 al 2029, gli Stati membri potranno accantonare fino al 25% delle loro assegnazioni annuali di emissioni fino all'anno in questione e utilizzarle negli anni successivi fino al 2030.

Parallelamente, negli anni in cui le emissioni sono superiori al limite annuale, gli Stati membri potranno prendere a prestito le assegnazioni dell'anno successivo fino al 7,5% delle loro assegnazioni annuali di emissioni per gli anni dal 2021 al 2025 e fino al 5% per il periodo 2026-2030.

L'accordo provvisorio consente inoltre di acquistare e vendere le assegnazioni di emissioni tra gli Stati membri, fino al 10% delle loro assegnazioni annuali di emissioni per gli anni dal 2021 al 2025 e fino al 15% per gli anni dal 2026 al 2030.

Gli Stati membri potranno utilizzare una quantità limitata di crediti generati dagli assorbimenti di gas serra nel settore dell'uso del suolo, cambiamento di uso del suolo e silvicoltura (LULUCF) per rispettare i loro obiettivi nell'ambito del regolamento sulla condivisione degli sforzi. Tale flessibilità sarà suddivisa in due periodi, dal 2021 al 2025 e dal 2026 al 2030, senza possibilità di riporto tra i periodi.

L'accordo provvisorio mantiene inoltre la flessibilità ETS che consente a nove Stati membri di utilizzare una quantità limitata di quote ETS per compensare le emissioni nei settori di "condivisione degli sforzi" dal 2021 al 2030.

I co-legislatori hanno convenuto di eliminare dalla proposta la riserva supplementare che sarebbe stata costituita dagli assorbimenti netti di gas serra "inutilizzati" generati dagli Stati membri in eccesso rispetto ai loro obiettivi a norma del regolamento LULUCF

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11/11/2022

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